Questa foto che ho scattato mostra uno dei simboli di Lione, la Cathédrale de Fourvière (in cima alla collina), e il fiume Rodano.
Erasmus nell'a.a. 2022/2023
La mia scelta di partecipare al progetto Erasmus non è stata improvvisa, al contrario sognavo di fare quest’esperienza da quando avevo 16 anni. Ero anche già sicura della mia destinazione ideale, la Francia.
Nell’anno accademico 2022/2023 ho trascorso nove mesi a Lione, una città in cui sono finita per caso ma che ho saputo apprezzare a pieno. La ritengo una meta ideale per gli studi universitari, in quanto è davvero variegata e offre moltissime occasioni di contatto tra i giovani. Il costo della vita è maggiore rispetto all’Italia ma i servizi sono efficienti ed esistono varie iniziative che vanno incontro agli studenti (ad esempio distribuzioni alimentari gratuite a cadenza settimanale).
Prima di partire, il mio principale timore era quello di sentirmi sola, poiché non conoscevo nessuno quando sono arrivata. Due giorni dopo il mio arrivo, tuttavia, ho cominciato a stringere amicizia con altri studenti internazionali, che ho incontrato ad un evento di benvenuto organizzato dalla mia università, l’Université Lumière Lyon 2. La parte più bella del mio Erasmus sono state proprio le persone: ho cercato di sfruttare al massimo l’opportunità che ho avuto per conoscere nuove culture e abitudini e per spingermi oltre la mia comfort zone, ogni giorno. In questo modo ho vissuto i mesi più movimentati ed edificanti della mia vita fino ad ora.
Dal momento che la mole di studio era bassa e le ore di lezione settimanali ridotte, ho avuto molto tempo libero per viaggiare. Sfruttando la mia posizione geografica più centrale, ho visitato il Belgio, i Paesi Bassi, la Svizzera, la Germania e l’Irlanda, talvolta facendomi ospitare da amiche conosciute proprio a Lione: stringendo rapporti con persone provenienti da svariate nazioni, infatti, ho creato agganci utili per quando viaggio all’estero.
In questi mesi di immersione totale in un Paese straniero la buona conoscenza delle lingue è stata indispensabile e sono certa che il mio livello è aumentato. Quanto al francese, partivo da una base B2 che mi ha permesso di districarmi senza troppi problemi nella vita quotidiana a Lione. Interagendo con i francesi, ho imparato parole ed espressioni tipiche del linguaggio informale, che a scuola non si insegnano eppure sono molto frequenti nelle conversazioni quotidiane.
Nonostante i professori non facessero differenza tra gli studenti madrelingua e quelli internazionali, non ho fatto fatica a comprendere le lezioni. Tuttavia, siccome la totalità degli esami che dovevo fare era scritta, ho dovuto dedicare più tempo a studiare la composizione di un testo secondo il modello francese, che è più articolato rispetto a ciò a cui siamo abituati negli atenei italiani.
Trasferirsi all’estero significa entrare in stretto contatto con una nuova realtà, sotto ogni punto di vista. A partire da febbraio, in particolare, ho assistito alle proteste contro la riforma sulle pensioni attuata da Macron, che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. Per esprimere il loro disaccordo, gli studenti di Lione (e di altre città francesi) hanno bloccato gli accessi alle università; di conseguenza, in questo periodo di incertezza abbiamo svolto le lezioni per via telematica. Memore dei tempi del Covid-19, non sono stata contenta di questa risoluzione ma l’ho accettata in quanto parte dell’immersione nella cultura francese.
In conclusione sono grata e felice di aver scelto di andare in Erasmus, perché negli scorsi nove mesi sono cresciuta sotto vari punti di vista. Mi piacerebbe trascorrere un altro periodo in mobilità internazionale in futuro e consiglio l’esperienza a tutti coloro che hanno voglia di imparare, crescere e mettersi alla prova.
Veronica Angelica Manzo
Culture e letterature del mondo moderno